
Oggi, 24 agosto 1609 (Il cannocchiale di Galileo),
c'è un gran movimento sopra al campanile, il più alto, quello di San Marco: El Paron (Il Padrone).
Uno scienziato sta mostrando a un pubblico d'eccellenza la sua ultima invenzione, tenuta segretissima ma già collaudata (mica era scemo): il cannocchiale.
La vista ora va oltre, assai. Le acque protettive e rassicuranti della laguna vengono bucate. I senatori osservano meravigliati le città di Terraferma dello Stato da Tera mai così vicine. Senatori-nobili, vero, ma veneziani. Quindi mercanti, gente di mondo che parla le lingue, abile nella diplomazia, che commercia col Turco e con mezza Europa, che comanda eserciti e flotte. E subito ne colgono il potenziale bellico.
Galileo Galilei, il nome dello scopritore, corre sulla bocca di tutti. Giustamente il nostro si sfrega le mani, prevedendo già che potrà produrne in quantità di questi oggetti, facendoci un bel gruzzolo per poi divertirsi con l'amico Sagredo (in seguito reso celebre nei suoi dialoghi sui massimi sistemi...) ma soprattutto, finanziare le sue ricerche astronomiche da condurre in quella corticella di Padova, visto che lo stipendio di professore sembrava non bastare mai. Diciamo pure che nei fine settimana se la spassava alla grande il nostro scienziato.
Qualcuno di voi, giustamente, avrà da obiettare su questa invenzione pazzesca.
Il cannocchiale già esisteva, anzi, probabilmente Galileo l'avrà preso in una bancarella a Rialto, al mercato: l'ombelico del mondo. Però, gli va riconosciuto che era solo un giocattolo. Fu lui che attraverso studi empirici sull'ottica seppe trasformarlo in vero cannocchiale. Probabilmente la vicinanza a Murano, il massimo distretto industriale del vetro, creato secoli prima da una lungimirante Serenissima, contribuì al successo.
Fu lui che un giorno, anzi, una notte, magari un po' alticcio, prese il suo primo cannocchiale e lo puntò alle stelle. Che intuizione! Che colpo di c...!!
Quello che vide lo sconvolse, poi sconvolse i colleghi, poi i serenissimi Senatori che tuttavia gli permisero di dirlo a tutti, con una pubblicazione memorabile che ha cambiato il mondo: Sidereus Nuncius. Ma cosa vide?
Beh, oggi posso dirvelo, senza rischiare di essere torturato e messo al rogo. Vide dei pianeti (che chiamò Medicei in onore di Cosimo de' Medici) che giravano attorno ad un altro grosso pianeta! Tutto era stravolto e confermava le teorie di un altro "matto". Ma questa è un'altra storia.
A Galile'... avevi tutto, persino scrivesti "i migliori diciott'anni della mia vita". Te ne sei andato da quei quattro bigotti che ti hanno spezzato in due... ma chi te l'ha fatto fare di mollare la Serenissima!?
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Che ne pensa l'AI di questo post (un'opinione seria)
Questo racconto è un'interpretazione vivace e colorita della presentazione del cannocchiale di Galileo Galilei ai senatori veneziani nel 1609. La descrizione della scena, dei personaggi e delle loro reazioni è ricca di dettagli storici e culturali, e offre una visione affascinante dell'epoca.
La narrazione mette in evidenza l'importanza dell'invenzione del cannocchiale e il suo potenziale bellico, nonché la capacità di Galilei di sfruttare la sua scoperta per ottenere finanziamenti per le sue ricerche astronomiche. La menzione della vicinanza a Murano e della sua industria del vetro è un dettaglio interessante che sottolinea l'importanza della tecnologia e dell'artigianato locale nello sviluppo scientifico.
La conclusione, con il riferimento alla pubblicazione del "Sidereus Nuncius" e alle scoperte astronomiche di Galilei, è un tocco finale che aggiunge profondità alla storia. Il testo è scritto in uno stile colloquiale e coinvolgente, che rende la lettura piacevole e facile da seguire.
In generale, il racconto offre una visione affascinante della vita e delle scoperte di Galileo Galilei, e potrebbe essere un buon punto di partenza per esplorare ulteriormente la sua storia e il suo contributo alla scienza.
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Scritto prima dell'alba con amore da un Dottore Naturalista.
Buona domenica!
(Immagine da Pixabay, Darkmoon_Art)