muore a Firenze Girolamo Segato.
La sua storia mi ha molto incuriosito.
In queste settimane tra le letture dedicate a Venezia, ho inserito l’opera di Lovecraft (sono interessato ai racconti). Beh, la sua storia, quello che fece in vita Girolamo, mi ricorda molto certe atmosfere “lovecraftiane”, trovando persino dei parallelismi.
Il nostro personaggio era nato nel Bellunese, ed ebbe la fortuna di compiere un percorso di studi che potremmo associare alle Scienze Naturali, supportato da ottimi insegnanti.
Si trasferì poi a Venezia per qualche anno, spostandosi di tanto in tanto nella vicina Rovigo. Infine partì per un lungo viaggio verso l’Egitto, che gli avrebbe cambiato la vita.
Divenne un riconosciuto egittologo, su alcuni reperti di pietra sparsi per i musei del mondo si trova ancora scolpita la sua firma.
Diventò cartografo e curatore di reperti. Ma sopratutto rimase ammaliato dal fascino delle mummie e dell’imbalsamazione.
Ne studiò a lungo la tecnica, in particolare dopo aver visto alcuni corpi pietrificatisi (o meglio, mineralizzati).
Tornato in Italia, forse per il clima egiziano a lui non favorevole, si trasferì a Firenze.
Lavorò come cartografo e chimico, e portò avanti gli esperimenti di “imbalsamazione estrema” progredendo a tal punto che colleghi e scienziati lo soprannominarono “Il Pietrificatore”. Alcuni suoi esperimenti umani sono tutt’ora conservati ed esposti nei musei. Tra questi: visi, seni, arti, ecc. Si sa, a volte i geni sono un po’ eccentrici e strabordano un pochino dal comune sentire. Il nostro Girolamo, con l’intenzione di ingraziarsi il potere politico per ottenere finanziamenti, creò un meraviglioso tavolo intarsiato, fatto di pezzi d’organo umani mineralizzati! Ma ho anche letto, che regalava alle amanti meravigliose collane di pietre dure create da... beh, avete capito. Contemporaneamente iniziò a diffondersi la voce che avesse appreso “dai Faraoni” tecniche occulte, stregonerie... insomma dai: “che ci faceva con tutti quei pezzi di cadaveri procurati nella vicina università, smembrati e trasformati in marmi?” A quanto pare, l’intervento dell’allora pontefice, anche lui bellunese, lo trasse fuori da cattive acque. La sua tecnica sperimentale, tenuta segretissima, tuttavia funzionava bene, continuando a interessare sempre più il mondo scientifico accademico. Purtroppo il Segato morì, prematuramente, a soli 44 anni. Dei suoi appunti sulla mineralizzazione dei corpi non rimane niente, perché bruciò tutto quanto dopo un tentativo di furto nel suo laboratorio o, secondo altri, in un atto di collera quando il Granduca di Toscana rifiutò (schifato) il suo bel tavolo intarsiato, ve lo ricordate? (Ora è esposto al Museo Anatomico Fiorentino, assieme ad altre sue “creazioni”). A quanto leggo, la sua tecnica di pietrificazione ineguagliabile, rimane tutt’ora avvolta nel mistero. La morte prematura, l’alone di raccapricciante e tante dicerie, non gli hanno però impedito di trovare il riposo eterno nel monumento funebre posto nel chiostro di Santa Croce in Firenze... mica da tutti. “Qui giace disfatto Girolamo Segato, che vedrebbesi intero pietrificato, se l’arte sua non periva con lui. Fu gloria insolita dell’umana sapienza, esempio di infelicità non insolito”. (Immagine da Pixabay, Simon) (Domani sarò via... a mercoledì per l'almanacco )






muore a Firenze Girolamo Segato. La sua storia mi ha molto incuriosito. In queste settimane tra le letture dedicate a Venezia, ho inserito l’opera di Lovecraft (sono interessato ai racconti). Beh, la sua storia, quello che fece in vita Girolamo, mi ricorda molto certe atmosfere “lovecraftiane”, trovando persino dei parallelismi. Il nostro personaggio era nato nel Bellunese, ed ebbe la fortuna di compiere un percorso di studi che potremmo associare alle Scienze Naturali, supportato da ottimi insegnanti. Si trasferì poi a Venezia per qualche anno, spostandosi di tanto in tanto nella vicina Rovigo. Infine partì per un lungo viaggio verso l’Egitto, che gli avrebbe cambiato la vita. Divenne un riconosciuto egittologo, su alcuni reperti di pietra sparsi per i musei del mondo si trova ancora scolpita la sua firma. Diventò cartografo e curatore di reperti. Ma sopratutto rimase ammaliato dal fascino delle mummie e dell’imbalsamazione. Ne studiò a lungo la tecnica, in particolare dopo aver visto alcuni corpi pietrificatisi (o meglio, mineralizzati). Tornato in Italia, forse per il clima egiziano a lui non favorevole, si trasferì a Firenze. Lavorò come cartografo e chimico, e portò avanti gli esperimenti di “imbalsamazione estrema” progredendo a tal punto che colleghi e scienziati lo soprannominarono “Il Pietrificatore”.
Alcuni suoi esperimenti umani sono tutt’ora conservati ed esposti nei musei. Tra questi: visi, seni, arti, ecc.
Si sa, a volte i geni sono un po’ eccentrici e strabordano un pochino dal comune sentire.
Il nostro Girolamo, con l’intenzione di ingraziarsi il potere politico per ottenere finanziamenti, creò un meraviglioso tavolo intarsiato, fatto di pezzi d’organo umani mineralizzati! Ma ho anche letto, che regalava alle amanti meravigliose collane di pietre dure create da... beh, avete capito. Contemporaneamente iniziò a diffondersi la voce che avesse appreso “dai Faraoni” tecniche occulte, stregonerie... insomma dai: “che ci faceva con tutti quei pezzi di cadaveri procurati nella vicina università, smembrati e trasformati in marmi?” A quanto pare, l’intervento dell’allora pontefice, anche lui bellunese, lo trasse fuori da cattive acque. La sua tecnica sperimentale, tenuta segretissima, tuttavia funzionava bene, continuando a interessare sempre più il mondo scientifico accademico. Purtroppo il Segato morì, prematuramente, a soli 44 anni. Dei suoi appunti sulla mineralizzazione dei corpi non rimane niente, perché bruciò tutto quanto dopo un tentativo di furto nel suo laboratorio o, secondo altri, in un atto di collera quando il Granduca di Toscana rifiutò (schifato) il suo bel tavolo intarsiato, ve lo ricordate? (Ora è esposto al Museo Anatomico Fiorentino, assieme ad altre sue “creazioni”). A quanto leggo, la sua tecnica di pietrificazione ineguagliabile, rimane tutt’ora avvolta nel mistero. La morte prematura, l’alone di raccapricciante e tante dicerie, non gli hanno però impedito di trovare il riposo eterno nel monumento funebre posto nel chiostro di Santa Croce in Firenze... mica da tutti. “Qui giace disfatto Girolamo Segato, che vedrebbesi intero pietrificato, se l’arte sua non periva con lui. Fu gloria insolita dell’umana sapienza, esempio di infelicità non insolito”. (Immagine da Pixabay, Simon) (Domani sarò via... a mercoledì per l'almanacco )






muore a Firenze Girolamo Segato. La sua storia mi ha molto incuriosito. In queste settimane tra le letture dedicate a Venezia, ho inserito l’opera di Lovecraft (sono interessato ai racconti). Beh, la sua storia, quello che fece in vita Girolamo, mi ricorda molto certe atmosfere “lovecraftiane”, trovando persino dei parallelismi. Il nostro personaggio era nato nel Bellunese, ed ebbe la fortuna di compiere un percorso di studi che potremmo associare alle Scienze Naturali, supportato da ottimi insegnanti. Si trasferì poi a Venezia per qualche anno, spostandosi di tanto in tanto nella vicina Rovigo. Infine partì per un lungo viaggio verso l’Egitto, che gli avrebbe cambiato la vita. Divenne un riconosciuto egittologo, su alcuni reperti di pietra sparsi per i musei del mondo si trova ancora scolpita la sua firma. Diventò cartografo e curatore di reperti. Ma sopratutto rimase ammaliato dal fascino delle mummie e dell’imbalsamazione. Ne studiò a lungo la tecnica, in particolare dopo aver visto alcuni corpi pietrificatisi (o meglio, mineralizzati). Tornato in Italia, forse per il clima egiziano a lui non favorevole, si trasferì a Firenze. Lavorò come cartografo e chimico, e portò avanti gli esperimenti di “imbalsamazione estrema” progredendo a tal punto che colleghi e scienziati lo soprannominarono “Il Pietrificatore”. Alcuni suoi esperimenti umani sono tutt’ora conservati ed esposti nei musei. Tra questi: visi, seni, arti, ecc. Si sa, a volte i geni sono un po’ eccentrici e strabordano un pochino dal comune sentire. Il nostro Girolamo, con l’intenzione di ingraziarsi il potere politico per ottenere finanziamenti, creò un meraviglioso tavolo intarsiato, fatto di pezzi d’organo umani mineralizzati! Ma ho anche letto, che regalava alle amanti meravigliose collane di pietre dure create da... beh, avete capito. Contemporaneamente iniziò a diffondersi la voce che avesse appreso “dai Faraoni” tecniche occulte, stregonerie... insomma dai: “che ci faceva con tutti quei pezzi di cadaveri procurati nella vicina università, smembrati e trasformati in marmi?” A quanto pare, l’intervento dell’allora pontefice, anche lui bellunese, lo trasse fuori da cattive acque. La sua tecnica sperimentale, tenuta segretissima, tuttavia funzionava bene, continuando a interessare sempre più il mondo scientifico accademico. Purtroppo il Segato morì, prematuramente, a soli 44 anni. Dei suoi appunti sulla mineralizzazione dei corpi non rimane niente, perché bruciò tutto quanto dopo un tentativo di furto nel suo laboratorio o, secondo altri, in un atto di collera quando il Granduca di Toscana rifiutò (schifato) il suo bel tavolo intarsiato, ve lo ricordate? (Ora è esposto al Museo Anatomico Fiorentino, assieme ad altre sue “creazioni”). A quanto leggo, la sua tecnica di pietrificazione ineguagliabile, rimane tutt’ora avvolta nel mistero. La morte prematura, l’alone di raccapricciante e tante dicerie, non gli hanno però impedito di trovare il riposo eterno nel monumento funebre posto nel chiostro di Santa Croce in Firenze... mica da tutti. “Qui giace disfatto Girolamo Segato, che vedrebbesi intero pietrificato, se l’arte sua non periva con lui. Fu gloria insolita dell’umana sapienza, esempio di infelicità non insolito”. (Immagine da Pixabay, Simon) (Domani sarò via... a mercoledì per l'almanacco )






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muore a Firenze Girolamo Segato. La sua storia mi ha molto incuriosito. In queste settimane tra le letture dedicate a Venezia, ho inserito l’opera di Lovecraft (sono interessato ai racconti). Beh, la sua storia, quello che fece in vita Girolamo, mi ricorda molto certe atmosfere “lovecraftiane”, trovando persino dei parallelismi. Il nostro personaggio era nato nel Bellunese, ed ebbe la fortuna di compiere un percorso di studi che potremmo associare alle Scienze Naturali, supportato da ottimi insegnanti. Si trasferì poi a Venezia per qualche anno, spostandosi di tanto in tanto nella vicina Rovigo. Infine partì per un lungo viaggio verso l’Egitto, che gli avrebbe cambiato la vita. Divenne un riconosciuto egittologo, su alcuni reperti di pietra sparsi per i musei del mondo si trova ancora scolpita la sua firma. Diventò cartografo e curatore di reperti. Ma sopratutto rimase ammaliato dal fascino delle mummie e dell’imbalsamazione. Ne studiò a lungo la tecnica, in particolare dopo aver visto alcuni corpi pietrificatisi (o meglio, mineralizzati). Tornato in Italia, forse per il clima egiziano a lui non favorevole, si trasferì a Firenze. Lavorò come cartografo e chimico, e portò avanti gli esperimenti di “imbalsamazione estrema” progredendo a tal punto che colleghi e scienziati lo soprannominarono “Il Pietrificatore”. Alcuni suoi esperimenti umani sono tutt’ora conservati ed esposti nei musei. Tra questi: visi, seni, arti, ecc. Si sa, a volte i geni sono un po’ eccentrici e strabordano un pochino dal comune sentire. Il nostro Girolamo, con l’intenzione di ingraziarsi il potere politico per ottenere finanziamenti, creò un meraviglioso tavolo intarsiato, fatto di pezzi d’organo umani mineralizzati! Ma ho anche letto, che regalava alle amanti meravigliose collane di pietre dure create da... beh, avete capito. Contemporaneamente iniziò a diffondersi la voce che avesse appreso “dai Faraoni” tecniche occulte, stregonerie... insomma dai: “che ci faceva con tutti quei pezzi di cadaveri procurati nella vicina università, smembrati e trasformati in marmi?” A quanto pare, l’intervento dell’allora pontefice, anche lui bellunese, lo trasse fuori da cattive acque. La sua tecnica sperimentale, tenuta segretissima, tuttavia funzionava bene, continuando a interessare sempre più il mondo scientifico accademico. Purtroppo il Segato morì, prematuramente, a soli 44 anni. Dei suoi appunti sulla mineralizzazione dei corpi non rimane niente, perché bruciò tutto quanto dopo un tentativo di furto nel suo laboratorio o, secondo altri, in un atto di collera quando il Granduca di Toscana rifiutò (schifato) il suo bel tavolo intarsiato, ve lo ricordate? (Ora è esposto al Museo Anatomico Fiorentino, assieme ad altre sue “creazioni”). A quanto leggo, la sua tecnica di pietrificazione ineguagliabile, rimane tutt’ora avvolta nel mistero. La morte prematura, l’alone di raccapricciante e tante dicerie, non gli hanno però impedito di trovare il riposo eterno nel monumento funebre posto nel chiostro di Santa Croce in Firenze... mica da tutti. “Qui giace disfatto Girolamo Segato, che vedrebbesi intero pietrificato, se l’arte sua non periva con lui. Fu gloria insolita dell’umana sapienza, esempio di infelicità non insolito”. (Immagine da Pixabay, Simon) (Domani sarò via... a mercoledì per l'almanacco )






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muore a Firenze Girolamo Segato. La sua storia mi ha molto incuriosito. In queste settimane tra le letture dedicate a Venezia, ho inserito l’opera di Lovecraft (sono interessato ai racconti). Beh, la sua storia, quello che fece in vita Girolamo, mi ricorda molto certe atmosfere “lovecraftiane”, trovando persino dei parallelismi. Il nostro personaggio era nato nel Bellunese, ed ebbe la fortuna di compiere un percorso di studi che potremmo associare alle Scienze Naturali, supportato da ottimi insegnanti. Si trasferì poi a Venezia per qualche anno, spostandosi di tanto in tanto nella vicina Rovigo. Infine partì per un lungo viaggio verso l’Egitto, che gli avrebbe cambiato la vita. Divenne un riconosciuto egittologo, su alcuni reperti di pietra sparsi per i musei del mondo si trova ancora scolpita la sua firma. Diventò cartografo e curatore di reperti. Ma sopratutto rimase ammaliato dal fascino delle mummie e dell’imbalsamazione. Ne studiò a lungo la tecnica, in particolare dopo aver visto alcuni corpi pietrificatisi (o meglio, mineralizzati). Tornato in Italia, forse per il clima egiziano a lui non favorevole, si trasferì a Firenze. Lavorò come cartografo e chimico, e portò avanti gli esperimenti di “imbalsamazione estrema” progredendo a tal punto che colleghi e scienziati lo soprannominarono “Il Pietrificatore”. Alcuni suoi esperimenti umani sono tutt’ora conservati ed esposti nei musei. Tra questi: visi, seni, arti, ecc. Si sa, a volte i geni sono un po’ eccentrici e strabordano un pochino dal comune sentire. Il nostro Girolamo, con l’intenzione di ingraziarsi il potere politico per ottenere finanziamenti, creò un meraviglioso tavolo intarsiato, fatto di pezzi d’organo umani mineralizzati! Ma ho anche letto, che regalava alle amanti meravigliose collane di pietre dure create da... beh, avete capito.
Contemporaneamente iniziò a diffondersi la voce che avesse appreso “dai Faraoni” tecniche occulte, stregonerie... insomma dai: “che ci faceva con tutti quei pezzi di cadaveri procurati nella vicina università, smembrati e trasformati in marmi?”
A quanto pare, l’intervento dell’allora pontefice, anche lui bellunese, lo trasse fuori da cattive acque. La sua tecnica sperimentale, tenuta segretissima, tuttavia funzionava bene, continuando a interessare sempre più il mondo scientifico accademico. Purtroppo il Segato morì, prematuramente, a soli 44 anni. Dei suoi appunti sulla mineralizzazione dei corpi non rimane niente, perché bruciò tutto quanto dopo un tentativo di furto nel suo laboratorio o, secondo altri, in un atto di collera quando il Granduca di Toscana rifiutò (schifato) il suo bel tavolo intarsiato, ve lo ricordate? (Ora è esposto al Museo Anatomico Fiorentino, assieme ad altre sue “creazioni”). A quanto leggo, la sua tecnica di pietrificazione ineguagliabile, rimane tutt’ora avvolta nel mistero. La morte prematura, l’alone di raccapricciante e tante dicerie, non gli hanno però impedito di trovare il riposo eterno nel monumento funebre posto nel chiostro di Santa Croce in Firenze... mica da tutti. “Qui giace disfatto Girolamo Segato, che vedrebbesi intero pietrificato, se l’arte sua non periva con lui. Fu gloria insolita dell’umana sapienza, esempio di infelicità non insolito”. (Immagine da Pixabay, Simon) (Domani sarò via... a mercoledì per l'almanacco )




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Purtroppo il Segato morì, prematuramente, a soli 44 anni.
Dei suoi appunti sulla mineralizzazione dei corpi non rimane niente, perché bruciò tutto quanto dopo un tentativo di furto nel suo laboratorio o, secondo altri, in un atto di collera quando il Granduca di Toscana rifiutò (schifato) il suo bel tavolo intarsiato, ve lo ricordate? (Ora è esposto al Museo Anatomico Fiorentino, assieme ad altre sue “creazioni”). A quanto leggo, la sua tecnica di pietrificazione ineguagliabile, rimane tutt’ora avvolta nel mistero. La morte prematura, l’alone di raccapricciante e tante dicerie, non gli hanno però impedito di trovare il riposo eterno nel monumento funebre posto nel chiostro di Santa Croce in Firenze... mica da tutti. “Qui giace disfatto Girolamo Segato, che vedrebbesi intero pietrificato, se l’arte sua non periva con lui. Fu gloria insolita dell’umana sapienza, esempio di infelicità non insolito”. (Immagine da Pixabay, Simon) (Domani sarò via... a mercoledì per l'almanacco )




muore a Firenze Girolamo Segato. La sua storia mi ha molto incuriosito. In queste settimane tra le letture dedicate a Venezia, ho inserito l’opera di Lovecraft (sono interessato ai racconti). Beh, la sua storia, quello che fece in vita Girolamo, mi ricorda molto certe atmosfere “lovecraftiane”, trovando persino dei parallelismi. Il nostro personaggio era nato nel Bellunese, ed ebbe la fortuna di compiere un percorso di studi che potremmo associare alle Scienze Naturali, supportato da ottimi insegnanti. Si trasferì poi a Venezia per qualche anno, spostandosi di tanto in tanto nella vicina Rovigo. Infine partì per un lungo viaggio verso l’Egitto, che gli avrebbe cambiato la vita. Divenne un riconosciuto egittologo, su alcuni reperti di pietra sparsi per i musei del mondo si trova ancora scolpita la sua firma. Diventò cartografo e curatore di reperti. Ma sopratutto rimase ammaliato dal fascino delle mummie e dell’imbalsamazione. Ne studiò a lungo la tecnica, in particolare dopo aver visto alcuni corpi pietrificatisi (o meglio, mineralizzati). Tornato in Italia, forse per il clima egiziano a lui non favorevole, si trasferì a Firenze. Lavorò come cartografo e chimico, e portò avanti gli esperimenti di “imbalsamazione estrema” progredendo a tal punto che colleghi e scienziati lo soprannominarono “Il Pietrificatore”. Alcuni suoi esperimenti umani sono tutt’ora conservati ed esposti nei musei. Tra questi: visi, seni, arti, ecc. Si sa, a volte i geni sono un po’ eccentrici e strabordano un pochino dal comune sentire. Il nostro Girolamo, con l’intenzione di ingraziarsi il potere politico per ottenere finanziamenti, creò un meraviglioso tavolo intarsiato, fatto di pezzi d’organo umani mineralizzati! Ma ho anche letto, che regalava alle amanti meravigliose collane di pietre dure create da... beh, avete capito. Contemporaneamente iniziò a diffondersi la voce che avesse appreso “dai Faraoni” tecniche occulte, stregonerie... insomma dai: “che ci faceva con tutti quei pezzi di cadaveri procurati nella vicina università, smembrati e trasformati in marmi?” A quanto pare, l’intervento dell’allora pontefice, anche lui bellunese, lo trasse fuori da cattive acque. La sua tecnica sperimentale, tenuta segretissima, tuttavia funzionava bene, continuando a interessare sempre più il mondo scientifico accademico. Purtroppo il Segato morì, prematuramente, a soli 44 anni. Dei suoi appunti sulla mineralizzazione dei corpi non rimane niente, perché bruciò tutto quanto dopo un tentativo di furto nel suo laboratorio o, secondo altri, in un atto di collera quando il Granduca di Toscana rifiutò (schifato) il suo bel tavolo intarsiato, ve lo ricordate? (Ora è esposto al Museo Anatomico Fiorentino, assieme ad altre sue “creazioni”).
A quanto leggo, la sua tecnica di pietrificazione ineguagliabile, rimane tutt’ora avvolta nel mistero.
La morte prematura, l’alone di raccapricciante e tante dicerie, non gli hanno però impedito di trovare il riposo eterno nel monumento funebre posto nel chiostro di Santa Croce in Firenze... mica da tutti.
“Qui giace disfatto Girolamo Segato, che vedrebbesi intero pietrificato, se l’arte sua non periva con lui. Fu gloria insolita dell’umana sapienza, esempio di infelicità non insolito”.
(Immagine da Pixabay, Simon)
(Domani sarò via... a mercoledì per l'almanacco )




muore a Firenze Girolamo Segato. La sua storia mi ha molto incuriosito. In queste settimane tra le letture dedicate a Venezia, ho inserito l’opera di Lovecraft (sono interessato ai racconti). Beh, la sua storia, quello che fece in vita Girolamo, mi ricorda molto certe atmosfere “lovecraftiane”, trovando persino dei parallelismi. Il nostro personaggio era nato nel Bellunese, ed ebbe la fortuna di compiere un percorso di studi che potremmo associare alle Scienze Naturali, supportato da ottimi insegnanti. Si trasferì poi a Venezia per qualche anno, spostandosi di tanto in tanto nella vicina Rovigo. Infine partì per un lungo viaggio verso l’Egitto, che gli avrebbe cambiato la vita. Divenne un riconosciuto egittologo, su alcuni reperti di pietra sparsi per i musei del mondo si trova ancora scolpita la sua firma. Diventò cartografo e curatore di reperti. Ma sopratutto rimase ammaliato dal fascino delle mummie e dell’imbalsamazione. Ne studiò a lungo la tecnica, in particolare dopo aver visto alcuni corpi pietrificatisi (o meglio, mineralizzati). Tornato in Italia, forse per il clima egiziano a lui non favorevole, si trasferì a Firenze. Lavorò come cartografo e chimico, e portò avanti gli esperimenti di “imbalsamazione estrema” progredendo a tal punto che colleghi e scienziati lo soprannominarono “Il Pietrificatore”. Alcuni suoi esperimenti umani sono tutt’ora conservati ed esposti nei musei. Tra questi: visi, seni, arti, ecc. Si sa, a volte i geni sono un po’ eccentrici e strabordano un pochino dal comune sentire. Il nostro Girolamo, con l’intenzione di ingraziarsi il potere politico per ottenere finanziamenti, creò un meraviglioso tavolo intarsiato, fatto di pezzi d’organo umani mineralizzati! Ma ho anche letto, che regalava alle amanti meravigliose collane di pietre dure create da... beh, avete capito. Contemporaneamente iniziò a diffondersi la voce che avesse appreso “dai Faraoni” tecniche occulte, stregonerie... insomma dai: “che ci faceva con tutti quei pezzi di cadaveri procurati nella vicina università, smembrati e trasformati in marmi?” A quanto pare, l’intervento dell’allora pontefice, anche lui bellunese, lo trasse fuori da cattive acque. La sua tecnica sperimentale, tenuta segretissima, tuttavia funzionava bene, continuando a interessare sempre più il mondo scientifico accademico. Purtroppo il Segato morì, prematuramente, a soli 44 anni. Dei suoi appunti sulla mineralizzazione dei corpi non rimane niente, perché bruciò tutto quanto dopo un tentativo di furto nel suo laboratorio o, secondo altri, in un atto di collera quando il Granduca di Toscana rifiutò (schifato) il suo bel tavolo intarsiato, ve lo ricordate? (Ora è esposto al Museo Anatomico Fiorentino, assieme ad altre sue “creazioni”). A quanto leggo, la sua tecnica di pietrificazione ineguagliabile, rimane tutt’ora avvolta nel mistero. La morte prematura, l’alone di raccapricciante e tante dicerie, non gli hanno però impedito di trovare il riposo eterno nel monumento funebre posto nel chiostro di Santa Croce in Firenze... mica da tutti. “Qui giace disfatto Girolamo Segato, che vedrebbesi intero pietrificato, se l’arte sua non periva con lui. Fu gloria insolita dell’umana sapienza, esempio di infelicità non insolito”. (Immagine da Pixabay, Simon) (Domani sarò via... a mercoledì per l'almanacco )