Un breve estratto dal mio , maggio 2018. Boom! Boom! Boom! Vengo svegliato dal rumore profondo e ovattato di una musica molto alta. Proviene dal piano di sopra. Accendo la luce a batterie: le tre e mezza! Vuoi vedere che l'adorabile vecchina e il nipote si son messi a dare feste per farmi impazzire? Metto giù i piedi, con attenzione. Tutto a posto; il pavimento è asciutto. Accendo le luci, vado in bagno a urinare, mi lavo il viso ed esco. Infilo vestaglia e ciabatte da piscina, prendo le chiavi e passo il breve corridoio. Mi fermo nella penombra tra la mia porticina e l'androne monumentale del palazzo. Il portone automatizzato è aperto, sorvegliato da due buttafuori in smoking fermi di fianco a un tavolino. C'è seduta una donna, vestita da soubrette dei primi spettacoli televisivi anni ottanta, impegnata nel verificare gli inviti. “E lei? Che ci fa lì?!” Chiede stupita parlando nella mia direzione. Uno dei signori in smoking mi invita ad entrare. Imbarazzatissimo muovo qualche passo tirato per il braccio. “Prego, su di sopra.” Mi guardo, vergognandomi come un cane costretto a far i bisogni in mezzo alla gente. Strabuzzo gli occhi; sono vestito in blue-jeans coi bottoni, scarpe mocassino e piumino verde brillante. Tutto di marca e rigorosamente anni '80. Faccio spallucce e salgo confuso tra gli altri invitati alla festa a tema. Arrivato al primo piano, dove abita la vecchina con l'adorabile nipotino, noto che tutti escono allegri e soddisfatti da una stanza sulla destra. Entro anch'io, mentre una cameriera vestita secondo la commedia sexy, sempre anni '80, mi mette in mano un aperitivo. Ringrazio chinando la testa. Mentre sorseggio la squisita bevanda leggermente alcolica, mi avvicino all'oggetto di tanta curiosità, facendomi spazio tra gli altri invitati. Una scultura composta da due figure nude che si baciano appassionatamente, sta esposta al centro della sala nobile. Mi avvicino affascinato dall'efficacia (realistica) con cui hanno eseguito le statue. Con un gesto incontrollato, sputo il liquido che ho in bocca. Siamo noi! Io e Claudia, e con noi, intendo i nostri corpi mummificati o sottoposti a qualche procedimento conservativo. Arretro inorridito, mentre tutti mi guardano stupiti, ridendosela sotto i baffi. No, non può essere? Sto sognando! Esco dalla stanza spalancando una porticina a due ante, decorata stile '700, e mi ritrovo in un salottino barocco tappezzato da specchi e lacche dorate. Un telefono antico di ottone e marmo verde, inizia a squillare emettendo lo stesso suono del mio. Mi avvicino al tavolino su cui sta sopra. Gambe dorate e piano di pietra verde, la stessa del telefono. Rispondi! Rispondi! M'incita una vocina. Afferro la cornetta di onice, e provo ad alzarla. È pesantissima, tuttavia, avvicinandomi con la testa, riesco a rispondere: “Pronto. Chi parla?” ... “Sono io deficiente! Claudia!” “Com... come?! Ma... ma se siamo stati trasform-” “Ma che dici?! UBRIACONE!” La cattiveria con cui vengo insultato mi dà una scrollata. Osservo la cornetta che sto tenendo in mano, ora di plastica verde. Realizzo che sono al mio telefono, inginocchiato sopra al divano. Mi guardo attorno; dev'essere mattino. Un sogno! Un sogno! Solo un maledetto sogno, forse la continuazione dell'altro. ***
Pierrot

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