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Oggi, 1 novembre 1756

01/11/2024 08:22

Andrea Perin

ALMANACCO,

Oggi, 1 novembre 1756

Giacomo Casanova evade dalle prigioni di Venezia.

Oggi, 1 novembre 1756, Giacomo Casanova evade dalle prigioni di Venezia. 




Beh, lui raccontò questa avventura così tante volte, facendo commuovere o eccitare chissà quante fanciulle, che alla fine decise di scriverne un libro per lasciarne memoria. In verità, fatto interessante, scrisse anche che quando ne narrava accusava dei forti malori fisici. 



Ne fece un vero e proprio libro pubblicato in francese “Storia della mia fuga dai piombi” per essere poi inglobato nel suo ostacolato e discusso capolavoro postumo “Memorie”, la storia della sua vita.



L’avventuriero, intellettuale, grande amatore, narratore, colto poliglotta, ecc. assicura di essersi tenuto preciso e imparziale, di aver raccontato la verità insomma. Il Foscolo non ne era convinto... altra storia.



La sua fuga fece molta sensazione, in tutta Europa



Casanova si trovava rinchiuso ai Piombi che all’epoca era considerata una prigione di massima sicurezza, tuttavia...




Allora, importante: levatevi dalla testa la visione giacobina di un Casanova legato ai freddi marmi con dei piombi alle caviglie mentre tenta di non affogare nella sua microscopica cella invasa dall’acqua alta. No, non è così! So che fa scena, gli imbrattacarte d’oltreoceano (imbrattacarte da milioni di copie, beati loro!) ne vanno ghiotti infarcendo le loro storie di particolari macabri, dimenticandosi che cosa è stata veramente la Serenissima in fatto di diritti umani, (la prima, almeno sulla carta, ad abolire la schiavitù! Giusto per dire...), ma andiamo oltre.




I piombi erano così chiamati perché erano della celle ricavate nel sottotetto di Palazzo Ducale, il centro del governo... lo so, vi conosco, delle celle simili a Palazzo Chigi potrebbero talvolta venir comode, vero?



E, dicevo, questo tetto era di piombo, come quello di molte chiese a grandi strutture. Ecco perché veniva chiamato ai Piombi.


Le celle di legno e ferro si trovavano nel sottotetto

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Gente appesa sotto al Ponte dei Sospiri con la goccia che gli trapana la testa, gente mangiata viva dai topi nei cunicoli alla prima alta marea... moncherini, cannibalismi, torture... zombi!!
E ancora: doge, consiglio dei X, tribunale... un manipolo di pazzi e sadici adepti di satana. O santo cielo: i bambini, le vergini, il loro sangue!!

Tanta gente ci ha fatto una fortuna con queste storie, e ancora ci campano in molti. Non che fosse una passeggiata vero essere “sepolti” ai pozzi! Erano tempi duri gente!




Scusatemi! Mi sono lasciato trasportare dalla fantasia e dai ricordi di certe letture.



Casanova calcolò tutto, persino le fasi lunari sapendo che sarebbe potuto esser visto. Fu aiutato da un compare di prigionia, una figura curiosa, un signore che aveva messo incinte tre perpetue, niente di che, se non fosse stato che era il loro prete. Si godeva la vita insomma, senza farsi tanti problemi.



Raggiunti il tetto si diressero verso un abbaino, che ovviamente era protetto, ma il nostro riuscì a forzarlo con un attrezzo rudimentale che si era costruito durante la prigionia.



Mi pare che l’avventuriero come opzione calcolò le maree per un possibile salto nel canale, ma vi rinunciò per morte o invalidità certa; poca acqua.



Ho letto che si addormentò per lo sfinimento per diverse ore, mentre il buon prete cercava di destarlo con urla e spintoni. Alla fine furono beccati da una guardia, ma il Casanova che mica era scemo si spacciò per un visitatore rimasto chiuso dentro dal giorno prima. A quanto pare fu abbastanza convincente. 



Bene, per certi tratti forse era più una storia da Halloween, ma che fare: è accaduta oggi 1756. 



Ciao! 


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