google-site-verification=j8H4iGAGU5ghOqzdGdlHtwVkAXsIg88Aqoi1YgLHk2U
4dc94132d72119acf52a1a641a7bbe9c787e4fdc

©

Oggi, 28 ottobre 1934

01/11/2024 08:28

Andrea Perin

ALMANACCO, almanacco venezia,

Oggi, 28 ottobre 1934

Si inaugura il Ponte degli Scalzi

Oggi sono un po’ di corsa ed ero anche indeciso di quale fatto importante parlarvi tra nascite e morti eccellenti. 
Ma, visto che in molti lo vedono, lo calpestano, lo fotografano (e non parliamo di selfie) ma poco se ne parla, vi racconto due cosette sul Ponte degli Scalzi
Eh, un signor ponte ’’cio’”. È il primo che vedete uscendo dalla stazione, ed è anche bello grande: se ne saranno resi conto quelli che dopo una giornata a spasso per la città l’hanno ripercorso alla sera... i suoi scalini non finiscono mai! 

Veniva inaugurato oggi 1934 dopo (soli) due anni dall’inizio dei lavori... altri tempi. 
Un ponte c’era già prima, ma di ferro e dritto, tipo quello che c’era all’Accademia prima dell'attuale in legno. Questi ponti furono costruiti in gran velocità, nel nostro caso perché una volta creata la via per la terraferma con la ferrovia, serviva un passaggio veloce. Se ci pensate tolto Calatrava e gli Scalzi... che giro fare per la neo-nata stazione?
E infatti, all’inizio, c’erano i traghetti, le così dette “mozze” per passare da una parte all’altra. 

Insomma, ora siamo in Italia, non c’è più l’Austria, così facciamoci un bel ponte, anche perché iniziano ad arrivare i signorotti in macchina dal Ponte Littorio, ora della Libertà. E anche i pullman dai... 

Abbandonata l’idea di un tunnel, un sottopasso... perché no?! (Nella grande Venezia era prevista anche una metro sub-lagunare!) Insomma, si decise di attuare il progetto del Miozzi che voleva lasciare il segno in città anche lui come i suoi predecessori, Da Ponte in primis col suo unico e inimitabile Ponte di Rialto.

Ma che bello dai! Tutto in Pietra d’Istria leggero e anche fine, in un unico arco che supera i 40  metri! Non c’è un grammo di cemento né un’intelaiatura fatto tutto ad arte utilizzando le cèntine per realizzarlo. Le tubazioni, un aspetto della modernità, passano nel parapetto ispezionabile.
Un esile sopracciglio marcato a candida meraviglia” ne scrisse Diego Valeri.
Lo so, lo percorriamo noncuranti, io per primo, sovente attratti dalla letizia che ci darà la veduta una volta raggiunta la sua sommità. Oggi sappiamo qualcosa in più di questa magnifica opera di Venezia.
Ciao! 



©